VOCAZIONE “CHIAMATI PER…”


21750aiLa mancanza di vocazioni, prima d’essere un dato così preoccupante da un punto di vista pastorale per la Chiesa d’occidente, è una questione squisitamente evangelica, che ha indotto anche Gesù a chiedere ai suoi discepoli di pregare “il Padrone della messe perché mandi operai nella sua messe”: (Mt 9,38).

Chiamati a seminare la speranza e a costruire la pace.

Così è intitolata la 61° giornata mondiale per le vocazioni che si terrà il 21 aprile del 2024.

bd861-sanfrancesco-9Questo  invito, che ogni anno ci viene ricordato in maniera del tutto particolare e per considerare il prezioso dono della “chiamata”, “vocazione”, “seguire il maestro”, “ascoltare la parola”, che il Signore rivolge ad ognuno di noi con le proprie doti e personalità, non ci chiede di essere migliori o più intelligenti o grandi eroi, ma semplicemente di seguirlo sulla via dei suoi comandamenti, in particolare testimoniarlo con la propria vita, affinché possiamo prendere parte al suo progetto d’amore e incarnare la bellezza del Vangelo nella nostra vita. Ascoltare la chiamata divina, ma che sia lontano dal nostro pensare dall’essere un dovere imposto dall’esterno, addirittura in nome di un’ideale religioso;  invece deve essere la strada  più sicura che abbiamo di alimentare il desiderio di felicità che ognuno ci portiamo dentro per donarci e amare: infatti la nostra vita si realizzerà quando scopriremmo chi siamo, cosa ci rende felice, quali sono le nostre qualità, dove ci spinge il nostro voler amare incondizionatamente, in quale campo possiamo metterle a frutto, quale strada percorrere per diventare testimonianza e significatività, di accoglienza, di bellezza, di pace e di perdono, nei contesti in cui viviamo e svolgiamo la nostro missione.

La consacrazione religiosa affonda le sue radici nel battesimo e negli altri sacramenti dell’iniziazione.

La consacrazione è un’azione divina: Dio chiama una persona, la riserva per se affinché si dedichi a lui inalbum-foto-mie-1 modo particolare. Al tempo stesso egli conferisce la grazia in modo che nella consacrazione la risposta dell’uomo si esprima mediante un profondo e libero abbandono di tutto se stesso. (magistero sulla vita religiosa 1983).

Oltretutto in questa giornata è sempre una  occasione da non perdere per ricordare con gratitudine davanti al Signore l’impegno, quotidiano e spesso nascosto e non compreso per una chiamata che gli coinvolge per tutta la vita. Scrive Papa Francesco: “Penso alle mamme e ai papà che non guardano anzitutto a sé stessi e non seguono la corrente di uno stile superficiale, ma impostano la loro esistenza sulla cura delle relazioni, con amore e gratuità, aprendosi al dono della vita e ponendosi al servizio dei figli e della loro crescita. Penso a quanti svolgono con dedizione e spirito di collaborazione il proprio lavoro; a coloro che si impegnano, in diversi campi e modi, per costruire un mondo più giusto, un’economia più solidale, una politica più equa, una società più umana: a tutti gli uomini e le donne di buona volontà che si spendono per il bene comune. Penso alle persone consacrate, che offrono la propria esistenza al Signore nel silenzio della preghiera come nell’azione apostolica, talvolta in luoghi di frontiera e senza risparmiare energie, portando avanti con creatività il loro carisma e mettendolo a disposizione di coloro che incontrano. E penso a coloro che hanno accolto la chiamata al sacerdozio ordinato e si dedicano all’annuncio del Vangelo e spezzano la propria vita, insieme al Pane eucaristico, per i fratelli, seminando speranza e mostrando a tutti la bellezza del Regno di Dio”.

Classificazione: 4 su 6.

Non solo alla vocazione sacerdotale ma è importante comprendere anche un altro tipo di vocazione alla vita5170c-sf12b-2bcopia religiosa cioè, la vocazione del religioso fratello, che in un primo luogo, è la vocazione cristiana, sono i frutti del battessimo. È considerata come la chiamata dello Spirito ad assomigliare a Cristo  per contribuire alla edificazione del Regno di Dio. 

Il religioso fratello e le religiose, con la loro partecipazione al mistero salvifico di Cristo e della Chiesa, sono memoria permanente, per tutto il popolo cristiano, di quanto sia importante fare della propria vita un dono totale a Dio. Ci ricordano inoltre che la missione della Chiesa, nel rispetto delle diverse vocazioni e dei ministeri che in essa si trovano, è unica e condivisa da tutti. Nonostante ciò, constatiamo che non sempre la vocazione del religioso fratello – e di conseguenza quella delle religiose – è pienamente capita e stimata all’interno della Chiesa.                                                                                                 (Identità e missione del fratello religioso nella chiesa)

img153.jpgLa vocazione del cristiano come abbiamo detto sopra è la sequela di Cristo. Però c’è da dire e da comprendere che la persona di Cristo è così ricca che ogni cristiano vive questa vocazione manifesta alcuni tratti specifici: ad esempio si identificano con Cristo dedicandosi al lavoro materiale per costruire un mondo più abitabile dove la gente e dignitosa; annunciando la buona notizia; esercitando il ministero sacerdotale; o nell’insegnamento; oppure dedicandosi alla cura dei malati; poi altri ancora, identificandosi specialmente con Cristo povero, casto e obbediente, facendo una scelta religiosa  e vivere come religioso.

La vita consacrata, «che si pone nel cuore stesso della Chiesa come elemento decisivo per la sua missione », deve guardare a questo cuore per trovare e comprendere se stessa. (Vita consacrata n° 3)

Dopo questa sintesi che ci fa comprendere la grandezza di essere chiamati a fare questa scelta di vivere esclusivamente e solo per Dio, cosa potremmo chiederci per una sempre rinnovata avventura a questo stile di vita:

Quale testimonianza visiva potrei dare alla mia vocazione?

Sono consapevole  della importanza che ha per me la mia vocazione e con quale valore si nutre?

Come faccio a nutrire la mia vocazione per renderla sempre più trasparente alla chiamata e all’amore nel donarsi senza interessi?

Come e cosa potrei trasmettere attraverso la mia scelta chiara, e cosa trasmetto invece in realtà?

A volte non sempre ci pensiamo, ma io ci credo alla mia scelta non è una domanda scontata prchè potrebbe capitare che sia solo un fare e non un essere.

Nella vita sicuramente capiteranno sofferenze, rancori, sbagli e umiliazioni, ma ci penso se sono felice della mia scelta o sono felice solo nei momenti di gloria o di successi?

Una preghiera che potremmo chiedere al signore potrebbe essere come questa invocazione La sincerità e l’umiltà faranno della vocazione un dono prezioso dinanzi agli occhi di Dio. 

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